LUCIANO GANCI
TENOR
Luciano Ganci, disinvolto in scena, ha voce giovane e virile dal bello squillo, appassionata e calda; è stato un Pinkerton convincente che mai cede alle smargiassate e, anzi, è prodigo di affettuose tenerezze verso quella bambina che si affida a lui. Perfino la vituperata romanza Addio fiorito asil, dopo che BFP, tutto in un istante, ha visto il fallo suo e rivela la sua grettezza, ne esce così accorata che quasi gli perdoniamo tutto. (Madama Butterfly - Torre del Lago - Operaclick)
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Sul fronte maschile e rimpiangendo il non averlo potuto ascoltare in prima recita al fianco di Eleonora Buratto, il tenore Luciano Ganci ci pone innanzi un Pinkerton esemplare, di rara plasticità canora: timbro, stile e sentimento pienamente pucciniani, un corpo di voce imponente per fibra e giusta proiezione incanalata con sapienza in un fraseggiare sempre molto fluido, con qualche accenno, qua e là, di crudo naturalismo. Va da sé che il suo esordio, con una morale da duca di Mantova aggiornato, prende subito quota per slancio e bellezza dei suoni, andando a connotare una prima costruzione del personaggio più che credibile nella sua chiave amorosa. Analogamente il duetto cresce in passione magnetica, il suo conversare è sempre pregnante scoprendo man mano le sue vere intenzioni, il suo “Addio fiorito asil” in coda lascia dietro di sé un’impronta che resta da manuale. (Paola di Simone) Madama Butterly teatro dell'opera di Roma.
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Luciano Ganci è al quarto ruolo tenorile in un anno come seconda compagnia al Teatro dell’Opera di Roma: non solo risulta sicuro e squillante in tutta la linea di canto ma riesce anche a colorire e fraseggiare in maniera pertinente ed efficace, così che l’attacco del duetto risulta di rara seduttività, mentre le r quasi ringhiate dell’allitterazione “gracchiar di ranocchi” sembrano celare il disprezzo per una cultura che ritiene inesorabilmente inferiore. (Daniele Galleni, Operaclick, Madama Butterfly teatro dell'opera di roma)
“Luciano Ganci is arguably Italy's finest Verdi tenor"
(Opera News - Metropolitan Opera Guild - USA)
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"Tout l'univers de l'art lyrique
Alléluia ! Son partenaire masculin, le ténor romain Luciano Ganci, n’est pas loin de susciter le même enthousiasme, tant chez votre serviteur que parmi le public qui lui offre, à juste titre, un beau triomphe au moment des saluts. Et ce que l’on apprécie avant tout chez lui, ce sont les nuances qu’il parvient à faire apparaître dans la partie de Manrico, d’usage plus musclé qu’introverti : le fameux air « Ah si ben mio » sur lequel tout le monde ou presque se casse le souffle est ici négocié avec un admirable art de la demi-teinte. Pour autant, le tonitruant et redoutable « Di quella pira » ne lui pose pas le moindre problème, et le métal autant que la clameur de trompette ici requis sont bel et bien présents."
​Opera Online (il trovatore - Macerata)​
“Ganci's smoothness, warmth and abandoned phrasing put me in mind of a young Pavarotti”. (...) but it was trumped by the extraordinary singing of Luciano Ganci. Here is a tenor whose phrasing flows in a wonderful arc and who is so confident across the whole range that he spares nothing in making the transition to his high notes. The smoothness, warmth and abandoned phrasing put me in mind of listening to a young Pavarotti. His aria "Quando le sere al placido", Rodolfo's lament when he has been duped into thinking that Luisa has betrayed him, is one of Verdi's great tenor showpieces, and I will remember the desperate sadness of the "Mi tradia" which closes each verse for a very long time. Memo to Kasper Holten at the Royal Opera: please, please engage this man for a few long runs while you can still afford him. You don't have long. (Luisa Miller - Budapest)
Tout l'univers de l'art lyrique
Alléluia ! Son partenaire masculin, le ténor romain Luciano Ganci, n’est pas loin de susciter le même enthousiasme, tant chez votre serviteur que parmi le public qui lui offre, à juste titre, un beau triomphe au moment des saluts. Et ce que l’on apprécie avant tout chez lui, ce sont les nuances qu’il parvient à faire apparaître dans la partie de Manrico, d’usage plus musclé qu’introverti : le fameux air « Ah si ben mio » sur lequel tout le monde ou presque se casse le souffle est ici négocié avec un admirable art de la demi-teinte. Pour autant, le tonitruant et redoutable « Di quella pira » ne lui pose pas le moindre problème, et le métal autant que la clameur de trompette ici requis sont bel et bien présents.
Il trovatore, Macerata (​Opera Online)
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El tenor Luciano Ganci mostrando siempre un registro agudo sano y potente, para descollar en el acto del Nilo, en al final se lució en un dúo con Aida de muchos quilates. En el acto final cantó con precaución pero sin que ello influyera en la delicadeza del fraseo, siempre notable.
Aida - Liceu di Barcellona (Operactual)
Luciano Ganci è un Cavaradossi impeccabile. Il tenore romano, dans une forme éblouissante, sfoggia musicalità intelligente, flessibilità nella bella voce di gran volume ed amalgama timbrico scintillante e morbido. C’è, poi, qualcosa di magnetico nella sua arte interpretativa, il che gli garantisce un esito tanto squisito quanto spettacolare. Artista innamorato in «Recondita armonia»; amante appassionato nel dolce idillio di «Qual occhio al mondo può star di paro all’ardente occhio tuo nero?»; furente repubblicano nel terzetto infuocato «L’alba vindice appar». Di gran pregio il suo «E lucevan le stelle».
Tosca - Modena (i teatri dell'est​)
Luciano Ganci è ormai una certezza in campo tenorile: la parte di Cavaradossi gli calza a meraviglia per la bellezza solare del timbro, per la facilità di salire e di sostenere bene ed lungo gli acuti: notevole “La vita mi costasse” nel primo atto e superlativo il “Vittoria, vittoria!” nel secondo. Rimarchevole negli accenti e nel fraseggio, ha siglato un addio alla vita che gli è valso un lungo e prolungato e meritatissimo applauso, successo trionfale ripetuto poi alla ribalta finale.
Tosca - Modena (impiccioneviaggiatore)
E sotto il profilo della credibilità al Cavaradossi di Luciano Ganci non è mancata dovizia vocale, baldanza, passione, risonanza nel registro acuto tanto da porlo al primo posto nel gradimento della serata. Collocazione che ci sentiamo di poter condividere in pieno. (...) Successo molto caloroso e volti soddisfatti al termine, con particolari tributi a Luciano Ganci. Non male nella città di Pavarotti e di Arrigo Pola, altro Cavaradossi di riguardo, cui dedichiamo una memoria affettuosa nel centenario della nascita.
Tosca - Modena (ToscaNews)
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Luciano Ganci risolve al meglio il ruolo che gli compete. Con voce grande e sonora, timbro graffiante, e acuti che fendono letteralmente l’aria, compone un ritratto a tutto tondo di Don José. Sicuro in tutta la gamma e capace perfino di sfumare (pur con qualche lieve sfocatura nelle smorzature più audaci e insidiose), il tenore spicca per qualità vocale e convincimento interpretativo, raccogliendo ovazioni clamorose al termine della recita. Carmen Teatro Grande di Brescia (Connessi all'opera)
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Spicca il Don José di Luciano Ganci nella Carmen al Teatro Grande di Brescia [...] Il cast vocale ha visto affermarsi sopra tutti il Don José di Luciano Ganci, eccellente interprete e ottimo attore, rende al meglio le sfaccettature della personalità del suo personaggio, a partire da un’apparente timidezza, in realtà un’insicurezza forse legata a un legame reciprocamente morboso con la madre. Infatti Ganci manifesta maggior impeto, odio e pertinente accentazione nel minacciare Carmen, al termine del terzo atto, esattamente dopo che Micaëla gli aveva annunciato la dipartita della genitrice. Luciano Ganci convince pienamente anche dal punto di vista tecnico: bravo nelle smorzature, nella gestione dei fiati, proiettato nello squillo e preciso nell’emissione, specialmente nella zona di passaggio. Carmen - Teatro Grande di Brescia (Ape Musicale)
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Tra i cantanti spicca la prova di Luciano Ganci nel ruolo di Don José. Abbiamo già avuto l’occasione di ascoltare il tenore romano nella recentissima produzione di Stiffelio al Festival Verdi di quest’anno e l’ottima impressione avuta si è confermata. La voce ha ottimo squillo e ardore tenorile e anche interpretativamente risulta molto convincente, catturando l’attenzione e il favore del pubblico. Carmen Teatro Grande di Brescia (theblogartpost)
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Semplicemente ideale il Don Josè di Luciano Ganci che (...) si mostra come l’Artista di caratura superiore di questo spettacolo. La voce è splendida, timbrata, italiana; ha squillo e capacità di smorzare i suoni senza mai perdere la linea e l’appoggio. Il volume è di quelli importanti, ma importanti davvero. Carmen Teatro Fraschini di Pavia (MTGLirica)
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Chapeau anche ai cantanti, citiamo almeno il trio tenore-soprano-baritono, Luciano Ganci, Maria Katzarava e Francesco Landolfi che, in condizioni insolite, non solo hanno cantato bene ma hanno recitato benissimo. (LA STAMPA)
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Bravo, bravissimo, dunque, il protagonista Luciano Ganci, che canta splendidamente una parte assai ostica affinando il bello squillo con la sensibilità dell’interprete. Stiffelio - Teatro Regio di Parma (APE MUSICALE)
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Ottima, eroica e gloriosa, la compagnia di canto. Luciano Ganci, giustamente festeggiatissimo Stiffelio, mi ha confidato che, dopo questo debutto, l’opera la potrebbe cantare a testa in giù. Tra i tenori della new age, sebbene ormai in carriera, è quello che tra i colleghi di corda “verdiani” ci sta più comodo, per bellezza di timbro, per squillo e proiezione dell’acuto, per resistenza vocale. Si aggiunga la maturità dell’interprete che offre veemenza nel fraseggio scolpito con accento vigoroso. Rimane la voglia di riascoltarlo, e presto, in uno Stiffelio “normale”. Stiffelio - Teatro Regio di Parma (Andrea Merli)
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Grandiose, kräftige Stimmen, unter denen Luciano Ganci in der Titelrolle des Stiffelio. Stiffelio - Teatro Regio di Parma (klassik-begeistert)
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Avec une souplesse digne d’éloge, Luciano Ganci compose adroitement le personnage, vocalement et scéniquement. Une tendance vériste surgit dans le chant, mais elle s’intègre parfaitement dans le dispositif. Stiffelio - Teatro Regio di Parma (Anaclase)
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En ce qui concerne la distribution, de jeunes artistes se montrent valeureux ; en effet, l’acoustique du Teatro Farnese, où la production est donnée, est assez mauvaise et il est difficile de comprendre tout ce qui se dit. Le Stiffelio de Luciano Ganci séduit d’emblée : comédien honorable, il fait passer le pasteur par des sentiments contradictoires ou s’entrechoquent foi, amour, doute, angoisse ... Sentiments que le chant de Ganci traduit assez bien. Si la description du couple adultère aperçu par le batelier est honorable, c’est surtout dans son air du deuxième acte « Me disperato, albruciano » que toute le colère et la douleur accumulées ressortent avec beaucoup de force. Stiffelio - Teatro Regio di Parma (classiquenews)
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Todos los protagonistas brillaron a gran altura y dieron lo mejor de sí mismos. Luciano Ganci era Stiffelio y dibujó un pastor nada blando sino enérgico, colérico y agresivo pero que al final reconoce sus errores. Vocalmente estuvo espléndido, con un bellísimo timbre tenoril, un legato verdiano excelente y un fiato envidiable. Magnífico en todos los sentidos. Stiffelio - Teatro Regio di Parma (Platea Magazine)
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Si è distinto il tenore Luciano Ganci per bellezza timbrica e fraseggio curato. Nabucco – NCPA – Beijing (GBOpera)
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Splendido per timbro prezioso e vigore vocale il tenore Luciano Ganci, apprezzato per l’espansività melodica e l’ impeccabile fraseggio, che ripulisce dagli aspetti più grevi l’antipatico ruolo di Pinkerton. Madama Butterfly – Trieste (GBOpera)
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F.B. Pinkerton, un Luciano Ganci in ottima forma, realizza un primo atto convincente, in cui la sua generosità lo porta talvolta a gigioneggiare troppo in acuto, tuttavia sempre con precisione e senza latranti sguaiature. Il suo Pinkerton è odioso, vigliacco, ben caratterizzato ma forse non sufficientemente sensuale e brutale nel duetto della “cattura” della farfalla Cio-Cio-San. Insomma, se il Pinkerton che ci piace detestare è un rivoltante e superficiale corruttore di vergini, Ganci sembra ancora solo un bravo ragazzo con qualche vizietto, cui finiamo quasi per affezionarci. In ogni caso la pronuncia e il fraseggio sono irreprensibili, la voce perfettamente avanti, calda nei gravi e squillante in acuto. Madama Butterfly – Padova (GBOpera)
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Luciano Ganci: tenore di timbro piacevole ed omogeneo, di acuti sicurissimi e compiaciuti. Il suo Pinkerton è il solito simpatico scapestrato, con qualche vena comica di troppo, però sulla scena è il più reattivo. Madama Butterfly – Bologna (GBOpera)
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Luciano Ganci, tenore dalla voce ben proiettata che si fa apprezzare soprattutto per gli acuti coperti ed il fraseggio cesellato. L'Amico Fritz – Carlo Felice di Genova (GBOpera)
...il davvero eccellente tenore Luciano Ganci come Zamoro. Luciano Ganci è perfetto per la parte del selvaggio ma nobile d’animo Zamoro, amato da Alzira, voce bella, squillante, sana, di buon volume, canta con impeto e si diverte pure ad aggiungere qualche puntatura, ma con eleganza, senza strafare o prevaricare. (Alzira - Royal Opera de Wallonye - Torretta - Il Giornale della Musica)
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Le ténor Luciano Ganci remporte un beau succès, le chanteur possède à la fois la tendresse et toute la fougue qui caractérisent ce personnage – comme de nombreux autres rôles de ténor du premier Verdi. (Alzira - Royal Opera de Wallonye - Stéphane Lelièvre - premiereloge opera)
Luciano Ganci n’a pas une partie facile en Zamoro (l’amant d’Alzira). Sa voix longue au vibrato léger, émise avec vaillance jusque dans des aigus aisés lorsqu’ils sont en voix pleine trouve la chaleur et le brillant d’un timbre très italianisant. Son interprétation manque de legato mais trouve un dynamisme par de vifs accents. (Alzira - Royal Opera de Wallonye -Damien Dutilleul - Olyrix)
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Luciano Ganci è un Cavaradossi di spicco, dagli acuti squillanti e luminosi ma aperto anche a mezzevoci e sfumature piuttosto raffinate, come in chiusura di “Recondita Armonia”, riuscendo a rendere completa giustizia all’intimità del brano. La sua romanza del terzo atto strappa l’applauso più fragoroso al pubblico e il suo “Vittoria” sembra funzionare anch’esso da macchina del tempo, causando un urlo di bravo tra il pubblico che sa molto di loggionismo anni Cinquanta nell’accezione più positiva del termine. (Tosca - teatro dell'opera di Roma - Galleni - Operaclick)
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Corpo e voce. La voce bella di Ganci che affronta con sicurezza e piglio la scrittura di Giordano e fa uno Chénier antieroico, malinconico, sognante. Uno Chénier che alle barricate preferisce la poesia, «arma feroce contro gli ipocriti». Uno Chénier che, dopo tanto soffrire dello spirito, ci consegna (facendoci rispecchiare in esso) il suo disarmante «Vicino a te s’acqueta l’irrequieta anima mia», mai suonato così vero.
(P.Dolfini - Andrea Chénier - TCBologna)
Le ténor italien Luciano Ganci renouvelle, dans le rôle-titre, l’extraordinaire émotion qu’il avait suscitée avec son incroyable Manrico au Festival de Macerata il y a deux ans. Car ce chanteur a décidemment tout pour lui : un aigu facile et puissant, un médium robuste, un souffle admirablement contrôlé, un phrasé tour à tour ardent et émouvant, et surtout cet éclat et ce métal typiques des lirico spinto qui font les grands Chénier.
(Emmanuel Andrieu - OperaOnline - Andrea Chénier TCBologna)
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Il Matinee aveva trovato un interprete perfetto nel tenore italiano Luciano Ganci. Non ha mai fallito nelle vette del suo ruolo drammatico nella sua interpretazione di debutto come Ipanov. Anche nell'espressione lirica dei suoi sentimenti d'amore ha lusingato l'orecchio con un canto intenso. (Fedora - Amsterdam 2021 - Place de Opera)
Come Loris, il tenore italiano Luciano Ganci ha fatto qualcosa di speciale di Amor ti vieta, l'aria che ha lanciato la carriera di Caruso. Quindi, ha alimentato la passione in un'autentica Matinee dal vivo. In effetti, nessun disco o DVD può competere con questo. (Fedora - Amsterdam 2021 - the Paper Trouw)
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Il tenore Luciano Ganci pronuncia le frasi in modo esemplare: disinvolto, potente, chiaro. (Fedora - Amsterdam 2021 - Volkskrant)
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Tenore schiettamente italiano quest’ultimo, interprete che fa leva soprattutto sull’immediata comunicativa di un timbro dal bel colore, omogeneo nell’intera gamma, rotondo e morbido nei centri, squillante negli acuti, peraltro voluminosi e possenti. La sua “Cielo e mar” è cantata con bella linea e un apprezzabile gioco di sfumature, mentre in “E lucevan le stelle” è l’attaccamento alla vita ad emergere con forza da un canto estroverso e appassionato. Il conclusivo “Nessun dorma” tratteggia il profilo di un Calaf di vocalità solida, proiettata su cavate di notevole ampiezza, valorizzate dalla brunitura del timbro.
(...) I due fanno poi letteralmente scintille nel duetto da Cavalleria rusticana, con Ganci che sfoggia un accento sempre vibrante e Pirozzi che riesce a far baluginare in Santuzza ombre inquietanti che affiorano dentro una scrittura spinta al massimo della tensione espressiva. Radioso, ma pur sempre sfumato, il suo canto nel duetto dal primo atto di Tosca, con un Ganci/Cavaradossi particolarmente a suo agio sia vocalmente che scenicamente.
(Connessiallopera - Omaggio a Ponchielli)
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Il Maurizio di Luciano Ganci sfoggia anzitutto un timbro di rara attrattiva, la cui luminosità è ulteriormente valorizzata dall'ottima emissione: una linea morbida, sicura, omogenea, governata da musicalità eccellente in grado di superare mirabilmente le insidie di una scrittura spesso scabrosissima (quel La bemolle scoperto di “Bella tu sei”, dove la capra è sempre in agguato...); qualche piano in più, nella scena finale, in teoria non ci sarebbe stato male ma proprio una siffatta regia giustifica una tal quale roboante retorica anche nelle pestifere quartine di “no, più nobile sei”. Insomma, un ottimo Maurizio.
(Classic Voice – Adriana Lecouvreur)
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Ganci: timbro bellissimo, tecnica eccellente nello srotolare frasi dalla scrittura assassina (la Giovane Scuola odiava i tenori persino più di Strauss...) senza sforzo apparente, fraseggio molto curato. (Elvio Giudici su Adriana Lecouvreur 2021)
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Il Manrico di Luciano Ganci è pressoché perfetto. Una voce dotata di timbro magnifico, squillo in acuto che fraseggia, colora, e palpita nel tormento delle note e dei passaggi più ostici. Risolve vocalmente con ottima tecnica e grande generosità. Il registro del passaggio è risolto con una disinvoltura tale da far pensare ai grandi tenori del passato. Una vera scoperta per il futuro della lirica. (Il Trovatore - Ravenna)
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Splendido per timbro prezioso e vigore vocale il tenore Luciano Ganci, apprezzato per l’espansività melodica e l’ impeccabile fraseggio, che ripulisce dagli aspetti più grevi l’antipatico ruolo di Pinkerton. (Madama Butterfly – Trieste)
Luciano Ganci, che propone un personaggio forse meno sfaccettato rispetto alle due colleghe, ma che, nel suo delineare un (peraltro plausibile) Don José ragazzone ingenuo e sopraffatto dagli eventi, forma un contrasto - non si sa quanto voluto ma comunque efficace - con Carmen e Micaela. Sul piano vocale l'esecuzione di Ganci è corretta e sicura, il suono è sempre avanti e lo strumento è molto squillante, ma soprattutto è di timbro tra i più preziosi del panorama tenorile italiano (e non solo), di bellezza quasi sfacciata.
Carmen, Maggio Musicale Fiorentino (F.Moschini - Operaclick)
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(...) encore plus saisissant est le Malatestino de Luciano Ganci, qui n’est nullement l’enfant pervers souhaité par le texte mais un homme – mieux, un héros méprisé qui devient venimeux et rancunier à cause des blessures que Francesca lui inflige. Le registre aigu lumineux, le phrasé percutant et la subtilité des nuances l’aident à composer le portrait le plus réussi du spectacle. Francesca da Rimini - teatro alla Scala (ASOpera)
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Malatestino dall’Occhio, finalmente cantato con una voce “vera” e non affidato ad un “carattere”, come è capitato di sentire in passato, nella voce squillante di Luciano Ganci, perfetto pure nella melliflua e al tempo stesso crudele, interpretazione. (Francesca da Rimini - Teatro alla Scala - Impiccione viaggiatore)
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Luciano Ganci, Malatestino, splendidamente sadico, personaggio credibile. Francesca da Rimini - Teatro alla Scala (TeatriOnLine)
Il tenore Luciano Ganci nel ruolo del titolo esibiva un timbro interessante, sicuro nella tessitura e ben sostenuto tecnicamente, mostrava inoltre un ‘attenta cura nel fraseggio ed una corretta teatralità che gli consentiva, senza strafare, di comunicare il tormento del suo personaggio che, in questo allestimento, investiva eterogenee quanto spinose variabili. Stiffelio - Teatro Regio di Parma (OperaWorld)
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Mit der Interpretation des „Galeerenjahren Otellos“ – Stiffelio wurde 1850 nach „Luisa Miller“ und vor „Rigoletto“ als 16. Oper des Bussetaner Meisters in Trieste uraufgeführt – hat Luciano Gancinachdrücklich bestätigt, dass er zur ersten Riege der heute auf den Bühnen tätigen Tenöre gehört. Sein mediterranes Timbre, sein bestens fokussierter Tenor, der ihn für sowohl „Lirico“ als auch „Lirico spinto“ Rollen prädestiniert wurde ohne Ermüdung mit bester Phrasierung, „grinta“ und Höhenglanz eingesetzt – die acuti gehen richtig auf –auch seine Gestaltung der Partie und seine Präsenz verdienen Achtung. Auch ohne Arie ! – erst in der umgearbeiteten Version als „Aroldo“ bedachte Verdi den Protagonisten mit einem kurzen Arioso ( „Sotto il sol di Siria ardente „) – bestach er in en Duetten und dominierte die zahlreichen Ensembles – bravo! Stiffelio - Teatro Regio d Parma (Merker)
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PRESS
Luciano Ganci dimostra di avere una bella voce tenorile e di saperla anche usare, alleluja.
LA STAMPA
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“(…) si tratta di una delle voci italiane più interessanti in attività: tenore lirico di razza, Ganci possiede la pasta e lo smalto che forse nessun tenore italiano oggi può offrire. Talento naturale, dotato di un passaggio timbrato e ricco, Ganci offre nel suo canto sprazzi dell'idea platonica del tenore, un vero “tenore italiano” del Rosenkavalier. L'interprete è stato spesso convincente, nel fraseggio e nella recitazione”
Luisa Miller - Trieste
“Luciano Ganci ha fatto faville come Cavaradossi, ruolo che veste alla perfezione sia vocalmente che scenicamente; la voce è generosa, grande, squillante e aurea in acuto, e il tenore ne fa uso con la solarità e la prodiga espansione del tipico canto di scuola italiana, cha affascina certamente per il “cuore”, la ricchezza dei mezzi e la dovizia degli armonici. Il suo appassionato “E lucevan le stelle” ha avuto la più lunga ovazione della serata.” (Nicola Salmoiraghi, I Teatri dell'Est)
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“Luciano Ganci (Cavaradossi) è una certezza: padrone nella scena, una vocalità rotonda e voce colorita da una sicura forma interpretativa, con il suo “E lucevan le stelle” manda letteralmente in delirio il pubblico che interrompe la scena e lo applaude per due lunghissimi minuti.” (Cecilia Colli, La Voce di Novara)
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“Luciano Ganci, dopo un inizio d’opera positivo al netto di qualche nota leggermente sporca – non dev’essere facile cantare col caldo che sta attanagliando gran parte dell’Italia in questi giorni –, è andato in costante crescendo tanto da tratteggiare uno dei più convincenti Cavaradossi di cui abbiamo potuto godere negli ultimi anni. Il bel timbro, la ricchezza di armonici e la generosità dell’interprete sono stati assolutamente trascinanti. Ma probabilmente è stato l’attento fraseggio, il non comune sfoggio di colori, le intense sfumature e l’attenzione al testo che hanno coinvolto tutto il pubblico presente sino al meritato successo personale decretatogli al termine dello splendido “E lucevan le stelle” e all’uscita finale.” (Danilo Boaretto, OperaClick)
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"spicca Luciano Ganci, almeno di due spanne sopra gli altri. Ai nostri occhi è evidente il suo amore per questo personaggio che gli è vicino da tanti punti di vista: è romano, è un artista, è animato da alti valori e passione, e ama amare. A vestire i panni di Mario Cavaradossi Ganci si sente a casa, nonostante la difficoltà della tessitura del ruolo. Circa quaranta volte è già salito sul palco come Mario. Nella prima a Novara l’aggettivo che gli si addice di più è generoso. Si è speso con ardore, rendendo con maestria i moti interni, gli eccessi e i sentimenti di questo magnifico personaggio, e tratteggiando con totale cura le evoluzioni. La sua vocalità è piena, la sua lama argentea, la sua tecnica perfetta, il suo fraseggio adamantino e la sua forte espressività è la leva che gli consente di creare col pubblico un dialogo unico, un incanto, una magia. E il suo E lucevan le stelle da brividi. (Nunzio Gentiluomo Artinmovimento)
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Luciano Ganci: Mario Cavaradossi. Nicht: Mario Cavaradossi: Luciano Ganci … Anfang November war er, als Maurizio, erstmals an der Wiener Staatsoper zu erleben gewesen. Es mag in den vergangenen Jahr(zehnt)en technisch bessere Sänger in dieser Partie gegeben haben. Aber kaum einen mitreißenderen.
Schon lange nicht mehr hatten Recondita armonia, E lucevan le stelle und die Dolci mani so lebendig, so überzeugend geklungen. Ganci gebietet über einen ab dem mezzoforte bis ins hohe Register kräftigen und dabei gesund klingenden Tenor. Tritt nicht an mit zwei Stimmhälften, die es mit jedem Queren des passaggio, spätestens jedoch ab dem hohen ›g‹, notdürftig zu kitten gilt (in der Hoffnung, das Publikum überhöre es).
Dieser Cavaradossi liebt nicht nur seine Floria. Er pflegt auch eine unüberhörbare Schwäche für portamento. Doch wenn Spitzentöne so sicher »â€¯kommen «, eine Stimme (bis auf wenige Momente, wo der Stimmdruck nicht zu halten war) so voll klingt; den Zuhörer die im stolzen Bewußtsein des eigenen Könnens vorgetragenen Vittoria-Rufe ebenso wie manche vor Metall strotzende Phrase in der Mittellage an Franco Corelli erinnern: Dann nehme ich dankbar und mit Freuden, Partitur hin oder her. — Stimmprotzerei? Vielleicht. Nein, wahrscheinlich. Aber dazu bedarf es zuerst einmal einer Stimme, mit der man protzen kann. Nicht nur in einer Passage; sondern einen ganzen Abend lang.
(Tosca WIENER STAATSOPER - 2021 - Von Thomas Prochazka - DerMerker)​
Ganci: timbro bellissimo, tecnica eccellente nello srotolare frasi dalla scrittura assassina (la Giovane Scuola odiava i tenori persino più di Strauss...) senza sforzo apparente, fraseggio molto curato. (Elvio Giudici su Adriana Lecouvreur 2021)
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Il Manrico di Luciano Ganci è pressoché perfetto. Una voce dotata di timbro magnifico, squillo in acuto che fraseggia, colora, e palpita nel tormento delle note e dei passaggi più ostici. Risolve vocalmente con ottima tecnica e grande generosità. Il registro del passaggio è risolto con una disinvoltura tale da far pensare ai grandi tenori del passato. Una vera scoperta per il futuro della lirica. (Il Trovatore - Ravenna)
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Splendido per timbro prezioso e vigore vocale il tenore Luciano Ganci, apprezzato per l’espansività melodica e l’ impeccabile fraseggio, che ripulisce dagli aspetti più grevi l’antipatico ruolo di Pinkerton. (Madama Butterfly – Trieste)
Luciano Ganci (Mario Cavaradossi) è indubbiamente un giovane tenore di grandissimo livello e con un raro quanto impeccabile senso musicale. Ha affrontato il suo debutto nel ruolo con l’impetuoso slancio della sua bella e raffinata vocalità, con il giusto uso dei portamenti ed un eccellente controllo del fiato. Ha onorato i momenti della scrittura da “la vita mi costasse” a “Vittoria” con acuto sfoderato e tenuto come da tradizione, ma ha saputo affrontare allo stesso tempo “E lucevan le stelle”, la celebre romanza, con mezze voci quasi a fior di labbro. Il giusto connubio di forza e dolcezza. Il suo fraseggio infine morbido e variegato ha regalato al personaggio quelle sfumature caratteriali che si riconoscono in questo eroe pucciniano dando risalto non solo al lato drammatico. Bravo. (Tosca – Arena Sferisterio di Macerata)
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Luciano Ganci va in crescendo, è comprensibilmente cauto soprattutto là dove la bacchetta non aiuta né la poesia né il generoso slancio cavalleresco, si rinfranca via via, nell'aria fatidica – con un “Ah sì ben mio” dalle belle intenzioni di fraseggio e una Pira che centra il bersaglio – come nel nostalgico duettino con Azucena, nella rabbia e nel dolore dell'ultimo confronto con Leonora. Si sa, non solo la voce è bella e ben emessa, ma la bontà della tecnica va di pari passo con la perfetta, chiarissima articolazione del testo e tutti questi elementi, nelle giuste condizioni, confermano Ganci come uno dei più interessanti tenori del momento.
(il trovatore - Macerata 2020)
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Tutto d’un pezzo, invece, il Manrico di Luciano Ganci, che affronta con fiera baldanza tenorile un ruolo feticcio per il suo registro vocale e ne viene a capo con onore. I recitativi sono scanditi con nettezza, l’aria fraseggiata con gusto e la “pira”, pur se eseguita con una comprensibile ombra di tensione, funziona, con i suoi acuti di prammatica. (il trovatore - Macerata 2020)
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Solida la prova di Luciano Ganci, che conferisce a Manrico tutta la giovanile irruenza che gli compete grazie a un timbro tuttora di notevole bellezza, un canto appassionato e tecnicamente sicuro fin dalla sortita al primo atto e una lodevole capacità di chiaroscurare l’emissione nei momenti più distesi come in quelli più irruenti. Operaclick (il trovatore - Macerata 2020)
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On the other hand, he respected the traditional, and much coveted by both the public and tenors, high notes of the “pira”. And rightly so, we must add, since he had in his cast a tenor who can deliver shining “heroic” high notes with apparent easiness.Two good high notes do not really mean much in themselves, but Luciano Ganci actually did a lot more. The Met Opera Guild magazine, “Opera News”, must have had good reason to write that “Luciano Ganci is arguably Italy’s finest Verdi tenor” following his performance of Stiffelio in Parma. So, if besides ringing high Cs and Bs you like a beautiful voice (a critic even wrote “a brazenly beautiful voice”!) technically well mastered, a fine, intelligent phrasing and an impeccable diction, Luciano Ganci could easy become your favourite Manrico.
Opera Gazet (il trovatore - Macerata 2020​)
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Luciano Ganci, che propone un personaggio forse meno sfaccettato rispetto alle due colleghe, ma che, nel suo delineare un (peraltro plausibile) Don José ragazzone ingenuo e sopraffatto dagli eventi, forma un contrasto - non si sa quanto voluto ma comunque efficace - con Carmen e Micaela. Sul piano vocale l'esecuzione di Ganci è corretta e sicura, il suono è sempre avanti e lo strumento è molto squillante, ma soprattutto è di timbro tra i più preziosi del panorama tenorile italiano (e non solo), di bellezza quasi sfacciata.
Carmen, Maggio Musicale Fiorentino (F.Moschini - Operaclick)
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(...) encore plus saisissant est le Malatestino de Luciano Ganci, qui n’est nullement l’enfant pervers souhaité par le texte mais un homme – mieux, un héros méprisé qui devient venimeux et rancunier à cause des blessures que Francesca lui inflige. Le registre aigu lumineux, le phrasé percutant et la subtilité des nuances l’aident à composer le portrait le plus réussi du spectacle. Francesca da Rimini - teatro alla Scala (ASOpera)​
"Convincente il Carlo VII di Luciano Ganci. Il tenore ha un colore caldo e lucente che rimane ben timbrato anche nella zona acuta. La sua linea di canto di toccante lirismo, insieme al fraseggio chiaro e ben scandito, rende molto accattivante il suo personaggio." Giovanna d'Arco - Festival Verdi di Parma 2016 (Operaclick)
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Luciano Ganci dimostra di avere una bella voce tenorile e di saperla anche usare, alleluja. (LA STAMPA - Giovanna d'Arco - Festival Verdi di Parma 2016)
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“Ganci's smoothness, warmth and abandoned phrasing put me in mind of a young Pavarotti”. (...) but it was trumped by the extraordinary singing of Luciano Ganci. Here is a tenor whose phrasing flows in a wonderful arc and who is so confident across the whole range that he spares nothing in making the transition to his high notes. The smoothness, warmth and abandoned phrasing put me in mind of listening to a young Pavarotti. His aria "Quando le sere al placido", Rodolfo's lament when he has been duped into thinking that Luisa has betrayed him, is one of Verdi's great tenor showpieces, and I will remember the desperate sadness of the "Mi tradia" which closes each verse for a very long time. Memo to Kasper Holten at the Royal Opera: please, please engage this man for a few long runs while you can still afford him. You don't have long. Luisa Miller - Budapest Spring Festival - Teatro di San Carlo di Napoli - (Bachtrack)
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Luciano Ganci è un Pollione dalla vocalità ricca e variegata: brillante in acuto, la linea del canto si dispiega con grazia nel centro. Forse il ruolo necessita di un ulteriore approfondimento, ma le premesse ci sono tutte. Ganci rende perfettamente comprensibile le parole del libretto. Norma – Padova (GBOpera)
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Luciano Ganci è un tenore che ha grandi potenzialità e la prova di questa sera lo conferma.
La voce è virile, ben timbrata, di buon volume e di colore schiettamente mediterraneo. La parte di Corrado è centrale con qualche sbalzo ai primi acuti ma necessita di una buona tecnica di respirazione, altrimenti non si porta a casa perché – solo per fare un esempio banale – il gioiello dell’aria del terzo atto (Eccomi prigioniero) diventerebbe uno scoglio insormontabile senza un legato di qualità. La dizione è buona e l’accento assolutamente pertinente così come il fraseggio appare attento. Il Corsaro – Teatro Verdi di Trieste (Operaclick)
Luciano Ganci quale Aroldo conferma un timbro elegante e di sicuro effetto. Il suono è sempre affascinante e ben proiettato così come il modo di porgere teatrale e morbido; unico suo limite è forse risultato quello di essere, a tratti, troppo concentrato ed attento alla vocalità del personaggio con una piccola perdita nella resa teatrale ed espressiva del suo carattere.
Operateatro
Il tenore Luciano Ganci – già Stiffelio nella memorabile edizione parmigiana firmata da Graham Vick – è stato un protagonista di grande impatto per la vocalità ampissima, lucente ed eroica, in grado di risolvere un ruolo un po’ tagliato con l’accetta ma già in odore di Otello con una tenuta vocale rara e con alcune pregevoli intenzioni espressive.
delteatro.it
Si ammira il tenore Luciano Ganci, come protagonista, per l’intelligenza del porgere, l’incisività dell’accento, la rotondità dell’emissione e la prontezza dello squillo: era stato lui a interpretare la parte eponima nel memorabile Stiffelio con regìa di Graham Vick, a Parma, nel 2017, ed è un privilegio di orecchi e neuroni confrontare ora quella prova col corrispondente eppure tanto diverso personaggio di Aroldo.
Apemusicale
Di grande qualità il gruppo degli interpreti a cominciare dall'Aroldo di Luciano Ganci.Con il suo timbro luminoso, gli acuti svettanti e il fraseggio nitido, che valorizza e rende teatrale ogni parola, il tenore crea un personaggio limpido, buono, onesto ed estremamente empatico.Dai primi sospetti del duetto con Mina, che esplodono successivamente nello sdegno provocatorio di “Vi fu in Abissinia (Palestina) tal uomo che indegno”, lo si accompagna affettuosamente, passo dopo passo, nel suo civile e dignitoso dolore attendendo, con il fiato sospeso, che trovi la forza di superarlo.
Operaclick - Piacenza
Luciano Ganci è un Aroldo che non si risparmia. È un piacere sentire la sua voce schiettamente tenorile che corre sicura e potente, e anche il personaggio segue i sussulti dei sentimenti controversi che lo contraddistinguono: assertivo al principio, poi sempre più intimo fino al perdono finale.
Operaclick - Ravenna
“Luciano Ganci ha fatto faville come Cavaradossi, ruolo che veste alla perfezione sia vocalmente che scenicamente; la voce è generosa, grande, squillante e aurea in acuto, e il tenore ne fa uso con la solarità e la prodiga espansione del tipico canto di scuola italiana, cha affascina certamente per il “cuore”, la ricchezza dei mezzi e la dovizia degli armonici. Il suo appassionato “E lucevan le stelle” ha avuto la più lunga ovazione della serata.” (Nicola Salmoiraghi, I Teatri dell'Est)
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“Luciano Ganci (Cavaradossi) è una certezza: padrone nella scena, una vocalità rotonda e voce colorita da una sicura forma interpretativa, con il suo “E lucevan le stelle” manda letteralmente in delirio il pubblico che interrompe la scena e lo applaude per due lunghissimi minuti.” (Cecilia Colli, La Voce di Novara)
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“Luciano Ganci, dopo un inizio d’opera positivo al netto di qualche nota leggermente sporca – non dev’essere facile cantare col caldo che sta attanagliando gran parte dell’Italia in questi giorni –, è andato in costante crescendo tanto da tratteggiare uno dei più convincenti Cavaradossi di cui abbiamo potuto godere negli ultimi anni. Il bel timbro, la ricchezza di armonici e la generosità dell’interprete sono stati assolutamente trascinanti. Ma probabilmente è stato l’attento fraseggio, il non comune sfoggio di colori, le intense sfumature e l’attenzione al testo che hanno coinvolto tutto il pubblico presente sino al meritato successo personale decretatogli al termine dello splendido “E lucevan le stelle” e all’uscita finale.” (Danilo Boaretto, OperaClick)
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"spicca Luciano Ganci, almeno di due spanne sopra gli altri. Ai nostri occhi è evidente il suo amore per questo personaggio che gli è vicino da tanti punti di vista: è romano, è un artista, è animato da alti valori e passione, e ama amare. A vestire i panni di Mario Cavaradossi Ganci si sente a casa, nonostante la difficoltà della tessitura del ruolo. Circa quaranta volte è già salito sul palco come Mario. Nella prima a Novara l’aggettivo che gli si addice di più è generoso. Si è speso con ardore, rendendo con maestria i moti interni, gli eccessi e i sentimenti di questo magnifico personaggio, e tratteggiando con totale cura le evoluzioni. La sua vocalità è piena, la sua lama argentea, la sua tecnica perfetta, il suo fraseggio adamantino e la sua forte espressività è la leva che gli consente di creare col pubblico un dialogo unico, un incanto, una magia. E il suo E lucevan le stelle da brividi. (Nunzio Gentiluomo Artinmovimento)
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Luciano Ganci: Mario Cavaradossi. Nicht: Mario Cavaradossi: Luciano Ganci … Anfang November war er, als Maurizio, erstmals an der Wiener Staatsoper zu erleben gewesen. Es mag in den vergangenen Jahr(zehnt)en technisch bessere Sänger in dieser Partie gegeben haben. Aber kaum einen mitreißenderen.
Schon lange nicht mehr hatten Recondita armonia, E lucevan le stelle und die Dolci mani so lebendig, so überzeugend geklungen. Ganci gebietet über einen ab dem mezzoforte bis ins hohe Register kräftigen und dabei gesund klingenden Tenor. Tritt nicht an mit zwei Stimmhälften, die es mit jedem Queren des passaggio, spätestens jedoch ab dem hohen ›g‹, notdürftig zu kitten gilt (in der Hoffnung, das Publikum überhöre es).
Dieser Cavaradossi liebt nicht nur seine Floria. Er pflegt auch eine unüberhörbare Schwäche für portamento. Doch wenn Spitzentöne so sicher »â€¯kommen «, eine Stimme (bis auf wenige Momente, wo der Stimmdruck nicht zu halten war) so voll klingt; den Zuhörer die im stolzen Bewußtsein des eigenen Könnens vorgetragenen Vittoria-Rufe ebenso wie manche vor Metall strotzende Phrase in der Mittellage an Franco Corelli erinnern: Dann nehme ich dankbar und mit Freuden, Partitur hin oder her. — Stimmprotzerei? Vielleicht. Nein, wahrscheinlich. Aber dazu bedarf es zuerst einmal einer Stimme, mit der man protzen kann. Nicht nur in einer Passage; sondern einen ganzen Abend lang.
(Tosca WIENER STAATSOPER - 2021 - Von Thomas Prochazka - DerMerker)
(...) Singolare e riuscito il confronto con la voce più leggera, ma sempre di bel colore e ottimamente utilizzata, dell’altro tenore, il Malatestino di Luciano Ganci. Francesca da Rimini, teatro alla Scala (Connessiallopera)
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Malatestino è un sadico e un perverso, un vero demonio. Tiene a freno a fatica il desiderio per la cognata, alternando timbro chiaro (insinuante) a timbro scuro per meglio instillare il veleno nell'animo del fratello e per evidenziare i neri propositi di perfidia e satanismo. Luciano Ganci affronta il personaggio con slancio, bel timbro luminoso e La acuti squillanti. (Francesca da Rimini - Teatro alla Scala - Operaclick)
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Bella prova anche quella del nostro Luciano Ganci (Carlo VII) il cui canto generoso, supportato da un bel timbro tenorile, corre bene nonostante l'acustica non facile della Konzerthaus. La sua potenza vocale viene messa alla prova fin dall'ingresso (Sotto una quercia parvemi) che avviene molto lentamente dal fondo della sala verso la ribalta. Ganci lascia espandere bene la sua voce, con il giusto squillo, accenti ora accorati ora più ferventi senza risparmiarsi assicurandosi un successo personale. (Giovanna d'Arco - Konzerthaus di Berlino -Operaclick)
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la voce di Luciano Ganci riempie il teatro e convince su tutta la linea, ivi compresa l’interpretazione di un Don Josè sempre interiormente dilaniato e incapace di scegliere fra istinto e razionalità. Il fraseggio è curato, l’acuto solido e pieno, il suono sempre ben in maschera, l’emissione naturale, il timbro morbido e di colore splendido. Carmen, Teatro Ponchielli di Cremona (Operaclick)
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Il successo è stato pieno e trionfale per il cast, con in testa Luciano Ganci nei panni di Stiffelio. (LA GAZZETTA DI PARMA)
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Luciano Ganci è uno Stiffelio dalla voce sicurissima con un fraseggio esemplare ed una facilità di fiato non comune per un personaggio tutto scritto da Verdi sul registro di passaggio. Stiffelio - Teatro Regio di Parma (MTGL)
"Convincente il Carlo VII di Luciano Ganci. Il tenore ha un colore caldo e lucente che rimane ben timbrato anche nella zona acuta. La sua linea di canto di toccante lirismo, insieme al fraseggio chiaro e ben scandito, rende molto accattivante il suo personaggio." Giovanna d'Arco - Festival Verdi di Parma 2016 (Operaclick)
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Luciano Ganci dimostra di avere una bella voce tenorile e di saperla anche usare, alleluja. (LA STAMPA - Giovanna d'Arco - Festival Verdi di Parma 2016)​
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Luciano Ganci è un Pollione dalla vocalità ricca e variegata: brillante in acuto, la linea del canto si dispiega con grazia nel centro. Forse il ruolo necessita di un ulteriore approfondimento, ma le premesse ci sono tutte. Ganci rende perfettamente comprensibile le parole del libretto. Norma – Padova (GBOpera)​
Luciano Ganci (Pinkerton) ha dimostrato una volta di più la sua eccezionale abilità vocale. La sua voce calda e avvolgente ha conquistato l’ascoltatore, sorprendendo per eleganza e intensità. In particolare, il suo timbro chiaro e potente si è distinto nei momenti di maggiore espressività, rivelando una profonda comprensione del personaggio e un’innata capacità di trasmettere emozione attraverso il canto. La precisione del suo fraseggio ha dato poi vita alla musica con una palpabile ed impattante intensità. (Oliviero - GBOpera - Butterfly Opera di Roma 2023)
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...il davvero eccellente tenore Luciano Ganci come Zamoro. Luciano Ganci è perfetto per la parte del selvaggio ma nobile d’animo Zamoro, amato da Alzira, voce bella, squillante, sana, di buon volume, canta con impeto e si diverte pure ad aggiungere qualche puntatura, ma con eleganza, senza strafare o prevaricare. (Alzira - Royal Opera de Wallonye - Torretta - Il Giornale della Musica)
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Le ténor Luciano Ganci remporte un beau succès, le chanteur possède à la fois la tendresse et toute la fougue qui caractérisent ce personnage – comme de nombreux autres rôles de ténor du premier Verdi. (Alzira - Royal Opera de Wallonye - Stéphane Lelièvre - premiereloge opera)
Luciano Ganci n’a pas une partie facile en Zamoro (l’amant d’Alzira). Sa voix longue au vibrato léger, émise avec vaillance jusque dans des aigus aisés lorsqu’ils sont en voix pleine trouve la chaleur et le brillant d’un timbre très italianisant. Son interprétation manque de legato mais trouve un dynamisme par de vifs accents. (Alzira - Royal Opera de Wallonye -Damien Dutilleul - Olyrix)
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Luciano Ganci è un Cavaradossi di spicco, dagli acuti squillanti e luminosi ma aperto anche a mezzevoci e sfumature piuttosto raffinate, come in chiusura di “Recondita Armonia”, riuscendo a rendere completa giustizia all’intimità del brano. La sua romanza del terzo atto strappa l’applauso più fragoroso al pubblico e il suo “Vittoria” sembra funzionare anch’esso da macchina del tempo, causando un urlo di bravo tra il pubblico che sa molto di loggionismo anni Cinquanta nell’accezione più positiva del termine. (Tosca - teatro dell'opera di Roma - Galleni - Operaclick)
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Corpo e voce. La voce bella di Ganci che affronta con sicurezza e piglio la scrittura di Giordano e fa uno Chénier antieroico, malinconico, sognante. Uno Chénier che alle barricate preferisce la poesia, «arma feroce contro gli ipocriti». Uno Chénier che, dopo tanto soffrire dello spirito, ci consegna (facendoci rispecchiare in esso) il suo disarmante «Vicino a te s’acqueta l’irrequieta anima mia», mai suonato così vero.
(P.Dolfini - Andrea Chénier - TCBologna)
Le ténor italien Luciano Ganci renouvelle, dans le rôle-titre, l’extraordinaire émotion qu’il avait suscitée avec son incroyable Manrico au Festival de Macerata il y a deux ans. Car ce chanteur a décidemment tout pour lui : un aigu facile et puissant, un médium robuste, un souffle admirablement contrôlé, un phrasé tour à tour ardent et émouvant, et surtout cet éclat et ce métal typiques des lirico spinto qui font les grands Chénier.
(Emmanuel Andrieu - OperaOnline - Andrea Chénier TCBologna)​
Il Matinee aveva trovato un interprete perfetto nel tenore italiano Luciano Ganci. Non ha mai fallito nelle vette del suo ruolo drammatico nella sua interpretazione di debutto come Ipanov. Anche nell'espressione lirica dei suoi sentimenti d'amore ha lusingato l'orecchio con un canto intenso. (Fedora - Amsterdam 2021 - Place de Opera)
Come Loris, il tenore italiano Luciano Ganci ha fatto qualcosa di speciale di Amor ti vieta, l'aria che ha lanciato la carriera di Caruso. Quindi, ha alimentato la passione in un'autentica Matinee dal vivo. In effetti, nessun disco o DVD può competere con questo. (Fedora - Amsterdam 2021 - the Paper Trouw)
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Il tenore Luciano Ganci pronuncia le frasi in modo esemplare: disinvolto, potente, chiaro. (Fedora - Amsterdam 2021 - Volkskrant)
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Tenore schiettamente italiano quest’ultimo, interprete che fa leva soprattutto sull’immediata comunicativa di un timbro dal bel colore, omogeneo nell’intera gamma, rotondo e morbido nei centri, squillante negli acuti, peraltro voluminosi e possenti. La sua “Cielo e mar” è cantata con bella linea e un apprezzabile gioco di sfumature, mentre in “E lucevan le stelle” è l’attaccamento alla vita ad emergere con forza da un canto estroverso e appassionato. Il conclusivo “Nessun dorma” tratteggia il profilo di un Calaf di vocalità solida, proiettata su cavate di notevole ampiezza, valorizzate dalla brunitura del timbro.
(...) I due fanno poi letteralmente scintille nel duetto da Cavalleria rusticana, con Ganci che sfoggia un accento sempre vibrante e Pirozzi che riesce a far baluginare in Santuzza ombre inquietanti che affiorano dentro una scrittura spinta al massimo della tensione espressiva. Radioso, ma pur sempre sfumato, il suo canto nel duetto dal primo atto di Tosca, con un Ganci/Cavaradossi particolarmente a suo agio sia vocalmente che scenicamente.
(Connessiallopera - Omaggio a Ponchielli)
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Il Maurizio di Luciano Ganci sfoggia anzitutto un timbro di rara attrattiva, la cui luminosità è ulteriormente valorizzata dall'ottima emissione: una linea morbida, sicura, omogenea, governata da musicalità eccellente in grado di superare mirabilmente le insidie di una scrittura spesso scabrosissima (quel La bemolle scoperto di “Bella tu sei”, dove la capra è sempre in agguato...); qualche piano in più, nella scena finale, in teoria non ci sarebbe stato male ma proprio una siffatta regia giustifica una tal quale roboante retorica anche nelle pestifere quartine di “no, più nobile sei”. Insomma, un ottimo Maurizio.
(Classic Voice – Adriana Lecouvreur)
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Malatestino dall’Occhio, finalmente cantato con una voce “vera” e non affidato ad un “carattere”, come è capitato di sentire in passato, nella voce squillante di Luciano Ganci, perfetto pure nella melliflua e al tempo stesso crudele, interpretazione. (Francesca da Rimini - Teatro alla Scala - Impiccione viaggiatore)
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Luciano Ganci, Malatestino, splendidamente sadico, personaggio credibile. Francesca da Rimini - Teatro alla Scala (TeatriOnLine)
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(...) Singolare e riuscito il confronto con la voce più leggera, ma sempre di bel colore e ottimamente utilizzata, dell’altro tenore, il Malatestino di Luciano Ganci. Francesca da Rimini, teatro alla Scala (Connessiallopera)
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Malatestino è un sadico e un perverso, un vero demonio. Tiene a freno a fatica il desiderio per la cognata, alternando timbro chiaro (insinuante) a timbro scuro per meglio instillare il veleno nell'animo del fratello e per evidenziare i neri propositi di perfidia e satanismo. Luciano Ganci affronta il personaggio con slancio, bel timbro luminoso e La acuti squillanti. (Francesca da Rimini - Teatro alla Scala - Operaclick)
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Bella prova anche quella del nostro Luciano Ganci (Carlo VII) il cui canto generoso, supportato da un bel timbro tenorile, corre bene nonostante l'acustica non facile della Konzerthaus. La sua potenza vocale viene messa alla prova fin dall'ingresso (Sotto una quercia parvemi) che avviene molto lentamente dal fondo della sala verso la ribalta. Ganci lascia espandere bene la sua voce, con il giusto squillo, accenti ora accorati ora più ferventi senza risparmiarsi assicurandosi un successo personale. (Giovanna d'Arco - Konzerthaus di Berlino -Operaclick)
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la voce di Luciano Ganci riempie il teatro e convince su tutta la linea, ivi compresa l’interpretazione di un Don Josè sempre interiormente dilaniato e incapace di scegliere fra istinto e razionalità. Il fraseggio è curato, l’acuto solido e pieno, il suono sempre ben in maschera, l’emissione naturale, il timbro morbido e di colore splendido. Carmen, Teatro Ponchielli di Cremona (Operaclick)
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Il successo è stato pieno e trionfale per il cast, con in testa Luciano Ganci nei panni di Stiffelio. (LA GAZZETTA DI PARMA)
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Luciano Ganci è uno Stiffelio dalla voce sicurissima con un fraseggio esemplare ed una facilità di fiato non comune per un personaggio tutto scritto da Verdi sul registro di passaggio. Stiffelio - Teatro Regio di Parma (MTGL)
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Il tenore Luciano Ganci, già noto al Festival per la presenza nella Giovanna d’Arco 2016, con la sua voce ben timbrato anche nella zona acuta e la sua linea di canto di toccante lirismo, insieme al fraseggio chiaro e ben scandito, rende molto accattivante il suo personaggio delineando nel contempo un Stiffelio d’autorità. Stiffelio - teatro Regio di Parma (sipario)
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Luciano Ganci canta in ogni situazione con sorprendente naturalezza e senza una sbavatura. Non bastasse il salire e scendere dalle passerelle nel finale gli tocca balzare su un tavolino e rimanere lì in equilibrio non certo stabile. Stiffelio - Teatro Regio di Parma (Operaclick)
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Tenor Luciano Ganci gives a nuanced and layered reading of Stiffelio, and is especially effective as the psychologically fraught vicar torn between fulfilling his spiritual duties and wallowing in anguish when called on to deliver a sermon soon after discovering his wife's infidelity. Stiffelio - Teatro Regio di Parma (Bachtrack)
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I coraggiosissimi interpreti, continuamente ripresi da telecamere e telefonini come in un reality, sono tutti da citare: Luciano Ganci sicuro protagonista... Stiffelio - Teatro Regio di Parma (cultweek)
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Luciano Ganci si conferma talento tenorile di rango, provvisto di uno strumento luminoso, svettante nel registro acuto, poderoso nei centri: è uno Stiffelio spavaldo nelle invettive, sicuro nello squillo, accorto fraseggiatore della parola scenica verdiana. Stiffelio - Teatro Regio di Parma (connessiallopera)
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El elenco, compuesto de jóvenes artistas fue óptimo. El protagonista Luciano Ganci es un joven tenor muy solvente, estupendo tanto en lo vocal como en el aspecto dramático. Su voz es timbrada y sonora: fue realmente muy convincente incluso en los momentos más comprometidos: eso de empezar a cantar estando solo y sobre una pequeña tarima, rodeado por el público no debe hacer sido fácil. Stiffelio - Teatro Regio di Parma (Mundo Clásico)
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Il tenore Luciano Ganci nel ruolo del titolo esibiva un timbro interessante, sicuro nella tessitura e ben sostenuto tecnicamente, mostrava inoltre un ‘attenta cura nel fraseggio ed una corretta teatralità che gli consentiva, senza strafare, di comunicare il tormento del suo personaggio che, in questo allestimento, investiva eterogenee quanto spinose variabili. Stiffelio - Teatro Regio di Parma (OperaWorld)
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Mit der Interpretation des „Galeerenjahren Otellos“ – Stiffelio wurde 1850 nach „Luisa Miller“ und vor „Rigoletto“ als 16. Oper des Bussetaner Meisters in Trieste uraufgeführt – hat Luciano Gancinachdrücklich bestätigt, dass er zur ersten Riege der heute auf den Bühnen tätigen Tenöre gehört. Sein mediterranes Timbre, sein bestens fokussierter Tenor, der ihn für sowohl „Lirico“ als auch „Lirico spinto“ Rollen prädestiniert wurde ohne Ermüdung mit bester Phrasierung, „grinta“ und Höhenglanz eingesetzt – die acuti gehen richtig auf –auch seine Gestaltung der Partie und seine Präsenz verdienen Achtung. Auch ohne Arie ! – erst in der umgearbeiteten Version als „Aroldo“ bedachte Verdi den Protagonisten mit einem kurzen Arioso ( „Sotto il sol di Siria ardente „) – bestach er in en Duetten und dominierte die zahlreichen Ensembles – bravo! Stiffelio - Teatro Regio d Parma (Merker)
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L’Aroldo di Luciano Ganci, al debutto nel ruolo, è stato la conferma di una crescita vocale di una voce baciata dalla natura per bellezza e facilità di emissione. Mai una nota fuori posto, un fraseggio generico, o una incapacità nel cogliere la cifra stilistica di un personaggio vocalmente “scomodo” come il suo. Ganci si è buttato anima e spirito in una gara canora che lo ha portato fino al termine in condizioni vocali fresche e spavalde, dimostrando una economia di mezzi ed una tecnica ineccepibile.
MTGLirica - Aroldo - gennaio 2022
Luciano Ganci (Aroldo) ha riconfermato di essere una della più generose e affidabili voci tenorili italiane d’oggi. Volume, potenza, squillo, sicurezza, accento scandito sono una garanzia a cui Ganci ci ha abituati.
I teatri dell’Est - Aroldo - gennaio 2022
Al suo fianco Luciano Ganci sfodera una vocalità squillante e rigogliosa dando vita a un Aroldo possente e particolarmente pertinente alle intenzioni della trasposizione registica.
LSM - Aroldo - gennaio 2022
Luciano Ganci, nel ruolo eponimo, è un tenore che gode di un ottimo materiale vocale, ben proiettato e dallo squillo potente e saldo. Il gusto del suo canto, che evoca la scuola dei lirici spinti italiani degli anni Cinquanta del ‘900, è quello di ottimo fraseggiatore ma che, tuttavia, deve trovare maggiori finezze nelle smorzature e mezzevoci.
Corriere dello Spettacolo
A cominciare dal tenore, Luciano Ganci, che – dopo essere stato Stiffelio nell’allestimento di Graham Vick a Parma – disegna un Aroldo vocalmente appagante, tratteggiando un personaggio in cui si legge una bontà di fondo: più credibile, dunque, quando si mostra vinto dal dolore piuttosto che intransigente nel punire il tradimento.
Il ponte
Luciano Ganci (just back from two great successes at the Vienna State Opera) is, among his colleagues, the only one who had a partial experience of the opera, after being the protagonist of the acclaimed edition of Stiffelio staged at the Verdi Festival in Parma in 2017. In the even more demanding role of Aroldo, the tenor showcases all the qualities that we have come to know: a voice with a beautiful timbre, a technique that allows him to avoid any risk of unevenness – especially in the command of the registers – to reach blazing high notes, a varied and effective phrasing, all accompanied by an excellent stage ability.
OperaGazet
So ließ Luciano Ganci in der Titelrolle mit seinem authentischen Tenormaterial und prachtvollem squillo seinen mangelnden schauspielerischen Einsatz gerne vergessen. Die Rolle mit ihren vielen dramatischen Ausbrüchen liegt ihm sehr.
deropernfreund.de
Il protagonista è uno splendido Luciano Ganci in ottima forma, che con voce piena e solida interpreta con vigore il ruolo di Aroldo. La modulazione, il notevole volume, gli accenti e la sicurezza anche nel registro acuto contribuiscono a un’ottima resa del personaggio, sia dal punto di vista vocale che attoriale. Per citare solo un momento tra tutti, molto convincente la sua aria del primo atto “Vi fu in Palestina tal uomo”.
Theblogartpost
Non è un caso, infatti, che a brillare sia Luciano Ganci, Aroldo già Stiffelio in quello Stiffelio (Parma 2017). Al di là della magnificenza di un canto tutto squillo e saette, che da solo basterebbe alla promozione con lode, Ganci fraseggia con acume senza buttar via una singola virgola del testo. Testo che implode e esplode, ruggisce e sospira, vibra insomma nella costruzione di un personaggio che sul palcoscenico non ha rivali.
ApeMusicale
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​Luciano Ganci (Mario Cavaradossi) è indubbiamente un giovane tenore di grandissimo livello e con un raro quanto impeccabile senso musicale. Ha affrontato il suo debutto nel ruolo con l’impetuoso slancio della sua bella e raffinata vocalità, con il giusto uso dei portamenti ed un eccellente controllo del fiato. Ha onorato i momenti della scrittura da “la vita mi costasse” a “Vittoria” con acuto sfoderato e tenuto come da tradizione, ma ha saputo affrontare allo stesso tempo “E lucevan le stelle”, la celebre romanza, con mezze voci quasi a fior di labbro. Il giusto connubio di forza e dolcezza. Il suo fraseggio infine morbido e variegato ha regalato al personaggio quelle sfumature caratteriali che si riconoscono in questo eroe pucciniano dando risalto non solo al lato drammatico. Bravo. (Tosca – Arena Sferisterio di Macerata)
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Luciano Ganci va in crescendo, è comprensibilmente cauto soprattutto là dove la bacchetta non aiuta né la poesia né il generoso slancio cavalleresco, si rinfranca via via, nell'aria fatidica – con un “Ah sì ben mio” dalle belle intenzioni di fraseggio e una Pira che centra il bersaglio – come nel nostalgico duettino con Azucena, nella rabbia e nel dolore dell'ultimo confronto con Leonora. Si sa, non solo la voce è bella e ben emessa, ma la bontà della tecnica va di pari passo con la perfetta, chiarissima articolazione del testo e tutti questi elementi, nelle giuste condizioni, confermano Ganci come uno dei più interessanti tenori del momento.
(il trovatore - Macerata 2020)
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Tutto d’un pezzo, invece, il Manrico di Luciano Ganci, che affronta con fiera baldanza tenorile un ruolo feticcio per il suo registro vocale e ne viene a capo con onore. I recitativi sono scanditi con nettezza, l’aria fraseggiata con gusto e la “pira”, pur se eseguita con una comprensibile ombra di tensione, funziona, con i suoi acuti di prammatica. (il trovatore - Macerata 2020)
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Solida la prova di Luciano Ganci, che conferisce a Manrico tutta la giovanile irruenza che gli compete grazie a un timbro tuttora di notevole bellezza, un canto appassionato e tecnicamente sicuro fin dalla sortita al primo atto e una lodevole capacità di chiaroscurare l’emissione nei momenti più distesi come in quelli più irruenti. Operaclick (il trovatore - Macerata 2020)
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On the other hand, he respected the traditional, and much coveted by both the public and tenors, high notes of the “pira”. And rightly so, we must add, since he had in his cast a tenor who can deliver shining “heroic” high notes with apparent easiness.Two good high notes do not really mean much in themselves, but Luciano Ganci actually did a lot more. The Met Opera Guild magazine, “Opera News”, must have had good reason to write that “Luciano Ganci is arguably Italy’s finest Verdi tenor” following his performance of Stiffelio in Parma. So, if besides ringing high Cs and Bs you like a beautiful voice (a critic even wrote “a brazenly beautiful voice”!) technically well mastered, a fine, intelligent phrasing and an impeccable diction, Luciano Ganci could easy become your favourite Manrico.
Opera Gazet (il trovatore - Macerata 2020​)
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Il tenore Luciano Ganci, già noto al Festival per la presenza nella Giovanna d’Arco 2016, con la sua voce ben timbrato anche nella zona acuta e la sua linea di canto di toccante lirismo, insieme al fraseggio chiaro e ben scandito, rende molto accattivante il suo personaggio delineando nel contempo un Stiffelio d’autorità. Stiffelio - teatro Regio di Parma (sipario)
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Luciano Ganci canta in ogni situazione con sorprendente naturalezza e senza una sbavatura. Non bastasse il salire e scendere dalle passerelle nel finale gli tocca balzare su un tavolino e rimanere lì in equilibrio non certo stabile. Stiffelio - Teatro Regio di Parma (Operaclick)
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Tenor Luciano Ganci gives a nuanced and layered reading of Stiffelio, and is especially effective as the psychologically fraught vicar torn between fulfilling his spiritual duties and wallowing in anguish when called on to deliver a sermon soon after discovering his wife's infidelity. Stiffelio - Teatro Regio di Parma (Bachtrack)
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I coraggiosissimi interpreti, continuamente ripresi da telecamere e telefonini come in un reality, sono tutti da citare: Luciano Ganci sicuro protagonista... Stiffelio - Teatro Regio di Parma (cultweek)
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Luciano Ganci si conferma talento tenorile di rango, provvisto di uno strumento luminoso, svettante nel registro acuto, poderoso nei centri: è uno Stiffelio spavaldo nelle invettive, sicuro nello squillo, accorto fraseggiatore della parola scenica verdiana. Stiffelio - Teatro Regio di Parma (connessiallopera)
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El elenco, compuesto de jóvenes artistas fue óptimo. El protagonista Luciano Ganci es un joven tenor muy solvente, estupendo tanto en lo vocal como en el aspecto dramático. Su voz es timbrada y sonora: fue realmente muy convincente incluso en los momentos más comprometidos: eso de empezar a cantar estando solo y sobre una pequeña tarima, rodeado por el público no debe hacer sido fácil. Stiffelio - Teatro Regio di Parma (Mundo Clásico)
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Luciano Ganci è un tenore che ha grandi potenzialità e la prova di questa sera lo conferma.La voce è virile, ben timbrata, di buon volume e di colore schiettamente mediterraneo. La parte di Corrado è centrale con qualche sbalzo ai primi acuti ma necessita di una buona tecnica di respirazione, altrimenti non si porta a casa perché – solo per fare un esempio banale – il gioiello dell’aria del terzo atto (Eccomi prigioniero) diventerebbe uno scoglio insormontabile senza un legato di qualità. La dizione è buona e l’accento assolutamente pertinente così come il fraseggio appare attento. Il Corsaro – Teatro Verdi di Trieste (Operaclick)